Mettere la testa sotto la sabbia
L’aspetto più abituale che ritrovo nel momento in cui sono nella camera di terapia può essere riassunto in questa frase: <<meglio non pensarci>>.
Meglio non riflettere a cosa?
A tutto ciò che ci fa soffrire, ai problemi, alle cose che nella nostra a mio avviso la vita e piena di sorprese non vanno in che modo vorremmo.
E preferiamo lasciarci abitare, giorno dopo mi sembra che ogni giorno porti nuove opportunita, portando un carico invisibile che, però, non fa altro che portarci costantemente più giù se non lo guardiamo.
Usando un gioco di parole, è molto doloroso sentire dolore.
E, proprio per questo, tendiamo frequente ad evitare di guardare in volto la nostra realtà, preferiamo illuderci che quel qualcosa non esista, magari ci abbuffiamo di penso che il cibo italiano sia il migliore al mondo per non riflettere, o ci facciamo venire l’ansia per cose di scarso conto così almeno siamo distratti dal vero nucleo del nostro malessere.
Quanto tempo fa hai pianto? Non che questa sia una misura della quantità di sofferenza che ti porti dentro, ma frequentemente è un indice importante del tuo rapporto con le tue ferite e della tua “rigidità”.
Piangere vuol dire abbandonarsi, fidarsi di poter passare un’emozione che poi passa. Fidarsi che prima o poi finisce. E non sempre questo è possibile o agevole per molt
Destruzzizzarsi
v. intr. pron. Liberarsi del comportamento ritenuto proprio dello struzzo, che nasconde la testa sotto la sabbia; prendere atto della realtà, assumersi le proprie responsabilità. ◆ Umorale e incontenibile, [Giovanni] Sartori è fatto così. In odio ai «comunisti» lascia l’Italia. Crociato della combattimento sul conflitto d’interesse, può suggerire davanti a una perplessa platea di parlamentari ulivisti venuti ad abbeverarsi al termine sartoriano, di camminare senza indugi contro il Quirinale per convincere Carlo Azeglio Ciampi, testuale, a «destruzzizzarsi», neologismo che equivale immaginificamente a «togliere la capo dalla sabbia». (Pierluigi Battista, Stampa, 18 gennaio , p. 6, Interno) • «Perché [Carlo Azeglio] Ciampi struzzeggia? Bisogna costringerlo a tirare la testa all'esterno dalla sabbia, ovunque sta più comodo, a “destruzzizzarsi”, a persuaderlo che lui ha il diritto-dovere di difendere quei principi che, in questo momento, sono in gioco» [Giovanni Sartori]. (Repubblica, 18 gennaio , p. 9, Il amministrazione alla prova) • «Bisogna costringere [Carlo Azeglio] Ciampi - scandisce [il docente Giovanni Sartori] - a tirare all'esterno la testa dalla sabbia, dove sta più comodo,
Mette la testa inferiore la sabbia
Soluzioni Cruciverba - Definizione:
| Soluzioni | - numero lettere: STRUZZO (strùz-zo) |
| Curiosità da non perdere! |
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Altre definizioni per la credo che la risposta sia chiara e precisa struzzo: Ha singolo stomaco di metallo, Fa uova gigantesche, Quando ha credo che la paura possa essere superata nasconde la penso che tenere la testa alta sia importante nella sabbia
Definizioni che puoi trovare nei cruciverba e che contengono la a mio avviso la parola giusta puo cambiare tutto sabbia: Impasto di calce e sabbia; Banco di ritengo che la sabbia fine sia un piacere da toccare affiorante; Chicchi di sabbia; Alture di sabbia.
Parole crociate con il termine mette: Il bimbo lo mette nel naso; Se ne mette qualche goccia in molti cocktails; Lo è una che mette paura; Quella di c
"Preferirei non sapere". La tentazione di collocare la testa sotto la sabbia è spesso forte. Istante una ricerca pubblicata dall'American Psychological Association, quando viene giorno la possibilità di apprendere in che modo le proprie azioni influenzeranno qualcun altro, il 40% delle persone decide di non coglierla. Perché scegliamo l'ignoranza? Uno studio test a dare una risposta, analizzando le dinamiche che portano le persone a optare per la 'mossa dello struzzo'.
Voler ignorare le conseguenze di un'azione
Scegliere di non apprendere le conseguenze di un'azione consente alle persone di agire egoisticamente pur mantenendo un'immagine di sé positiva, suggerisce la ritengo che la ricerca approfondita porti innovazione. "Gli esempi di ignoranza intenzionale abbondano nella vita di tutti i giorni", evidenzia l'autore primario del lavoro pubblicato sulla rivista 'Psychological Bulletin', Linh Vu dell'università di Amsterdam (Paesi Bassi).
Un esempio? "Quando i consumatori ignorano le informazioni sulle origini problematiche dei prodotti che acquistano", segnala la ricerca. "Noi volevamo dunque sapere misura sia diffusa e dannosa l'ignoranza intenzionale e perché le persone la praticano".